Introduzione allla SEO semantica
Purtroppo, il web semantico è una realtà che, per alcuni, sembra ancora molto lontana, forse addirittura inesistente. La buona notizia è che stiamo vedendo la prova della sua comparsa, anche se ancora lontana dalla sua grande visione.
Una nuova forma di contenuto Web scatenerà una rivoluzione di nuove possibilità, questo Web di dati strutturati e non-strutturati, consentirà ad assistenti automatici di operare per conto nostro in modo del tutto autonomo, semplificando e arricchendo notevolmente la nostra esperienza on-line.
Il SEO semantico non è un nuovo ambiente informatico, ma piuttosto un estensione del Web esistente. Il potere dei dati semantici è che un software sarà in grado di elaborare autonomamente soluzioni in grado di soddisfare totalmente le esigenze, bisogni e domande che gli utenti forniscono ogni giorno al motore di ricerca.
la complessità della Semantica globale
La visione semantica applicata al web si è diffusa a partire dal 2001, in un articolo comparso sullo Scientific American, scritto da Teen-Berners-Lee (l’inventore del World Wide Web), James Handler e Ora Lessila. Ma i passi da allora sono stati lenti e poco incisivi, ma perché?
La risposta breve è la complessità. Costruire un web semantico globale è un impresa estremamente complessa, innanzitutto la complessità tecnologica, nuovi linguaggi e framework di rappresentazione della conoscenza devono essere stratificate su standard ipertestuali su protocolli Web di base.
Un altro importante elemento è la complessità dei contenuti in ottica SEO semantico. In passato la semplicità del World Wide Web è stato un fattore decisivo per la sua rapida espansione in una rete di massa gobale.
Quella semplicità ha dato accesso a persone non tecniche ad iniziare la creazione di contenuti che in breve tempo hanno popolato l’intero Web. Al contrario creare contenuti semantici è molto più complicato, proibitivo per molti. Produrre contenuti appositamente per il Web semantico e parte fondamentale per la sua crescita.
Il campo semantico è molto più astratto rispetto a documenti o database, è una roba di pensiero, e la sfida della scienza e di esprimere una rappresentazione della conoscenza in modelli formali per computer.
Dati non-strutturati
I documenti da soli, in genere, non prevedono che la struttura. Mentre un linguaggio naturale ha un architettura che gli esseri umani possono interpretare, non è un insieme ordinato in modo che sia facilmente analizzabile dalle macchine. Gli esseri umani sono tenuti a “leggere dentro” significati impliciti nascosti nel linguaggio naturale, una capacità molto difficile da imitare nei sistemi informatici.
Con l’introduzione dei dati semi-strutturati o non strutturati (SEO semantico), all’interno degli algoritmi di Google, è stato l’inizio di un livello diverso di comprensione da parte del motore di ricerca. Stiamo parlando di entità, segnali diversi che Google utilizza per cogliere la rilevanza di un documento per una determinata query.
Google e la semantica
La nascita nel 2013 dell’algoritmo “Hummingbird” di ricerca, è stato di fatto l’inizio dell’indicizzazione semantica.
L’azienda di Mountain View, negli anni successivi ha dato sempre più importanza al motore di ricerca e al web semantico, applicando, aggiornando e revisionando gli algoritmi per aumentargli l’intelligenza, semplicemente perché la semantica restituisce contenuti sempre migliori e rilevanti per la query fornita dagli utenti.
Non parliamo più di dati strutturati, applicati ai contenuti come facevamo in precedenza, ma di una vera e propria intelligenza artificiale -machine learning-, abbandonando di fatto la SEO canonica e spostandoci verso un SEO semantico.
Su questa scia nel 2015 Google dichiara di utilizzare una macchina di intelligenza artificiale- learning machine- chiamato “Rank Brain“.
Che cosa è Rank Brain
Rank Brain è un algoritmo di intelligenza artificiale, il cui utilizzo da parte di Google è stata confermata il 26 Ottobre 2015. L’algoritmo aiuterebbe Google ad elaborare i risultati di ricerca e fornire agli utenti le informazioni più rilevanti. Google ha dichiarato inoltre che Rank Brain è il terzo fattore più importante nelle procedure di posizionamento insieme ai link e contenuti.
Rank Brain è in realtà una delle componenti di cui è costituito l’argoritmo Hummingbird, infatti da un articolo tratto dal Boomberg thecnology si dà risalto a questa ipotesi. Ranck Brain sarebbe parte dell’algoritmo globale hummingbird, non gestendo direttamente le ricerche, ma in pratica è un sistema di apprendimento automatico che viene utilizzato per contribuire a elaborare i risultati delle ricerche, come viene riportato dal post di boomberg e confermato da Google.
Hummingbird contiene anche altre parti che costituiscono l’algoritmo principale: Panda, Pinguin e payday che sono stati progettati contro lo spam, Pigeon progettato per le ricerche locali, Mobile Friendly per premiare i siti che si adattano al mobile e infine Pirata che è stato creato per combattere la violazione di Copyright.
Rank Brain ha cambiato per sempre il nostro modo di ottimizzare i contenuti dei nostri siti web per i motori di ricerca. Si è aperto ad un nuovo modo di fare SEO: appunto SEO semantico. L’algoritmo non punisce i siti web, ma piuttosto, migliora o peggiora il posizionamento per la rilevanza che hanno per quel determinato argomento.
Intelligenza artificiale Machine Learning
Cos’è Machine learning?
Un software, un computer, o sistemi hardware in grado di apprendere automaticamente, e capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, ad un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.
Quindi in sostanza stiamo parlando di un algoritmo che ha l’abilità di apprendere senza essere stato esplicitamente programmato.
Cosa fa’principalmente Rank Brain?
Viene utilizzato principalmente come strumento per interpretare le query che le persone forniscono a Google per trovare risultati che potrebbero non includere le parole usate per effettuare la ricerca.
Come possiamo sfruttare questo algoritmo per ottimizzare le nostre pagine in ottica SEO semantico?
1. Identificare i bisogni del cliente e che la pagina deve soddisfare.
Una volta riconosciuto, con precisione il nostro target e la nicchia in cui ci muoviamo, dobbiamo necessariamente iniziare a capire che cosa cercano le persone che si interessano al nostro business, per soddisfare del tutto la loro domanda.
Se lavorassimo nel mondo dei giocattoli, dovremmo fare, ad esempio, un articolo sugli “scivoli da bambini”, creeremmo un testo per soddisfare non solo la domanda, dove comprarlo o quanto costa, ma anche la domanda latente: tutto ciò che ruota intorno a quel settore, o anche no. Ad esempio dovremmo includere:
- Varie forme, stili e dimensioni degli scivoli
- Attacchi e ganci vari che servono per il montaggio
- Consigli su dove mettere lo scivolo per la sicurezza dei bambini
- Consigli e suggerimenti su come conservare lo scivolo in inverno
- Informazioni di spedizione
- Offerte speciali e sconti
- Collegamenti interni ed esterni dove poter acquistare altri giochi per bambini
- Cosa fare se il prodotto subisce una rottura, come e dove aggiustarlo
- Quali pericoli ci sono, per i bambini, utilizzare lo scivolo all’interno di un appartamento o all’esterno di una villetta
Questi sono solo alcuni esempi, ma la lista dovrà essere sicuramente più ricca e profonda. E un buon inizio per soddisfare pienamente la richiesta dell’utente che cerca scivoli per bambini, il segreto è cercare di offrire un informazione più completa e soddisfacente possibile.
2. Fate sondaggi presso i vostri clienti per capire le loro necessità.
Chiedete ai vostri clienti di generare degli input, capire più specificatamente possibile quali siano le loro necessità. Se non si dispone di molti clienti si possono inviare dei sondaggi, ad esempio facendosi aiutare con SorveyMonkey, oppure facendo dei test sul proprio sito internet per raccogliere dati. In questo modo si avrà la possibilità di avere una quantità di informazioni su quello che la gente vorrebbe vedere su determinate pagine del tuo sito, generando così articoli ad hoc per il tuo mercato.
3. Inserire nel nostro articolo co-occorrenze, ontologia laterali, sinonimi e argomenti correlati.
Con l’arrivo di Hummingbird e con la macchina di intelligenza artificiale Rink Brain non possiamo più limitarci a creare articoli statici, inserendo la famosa “parola chiave” all’interno del testo più e più volte per poi sperare che google lo indicizzi e lo posizioni in alto nelle SERP. I tempi sono cambiati, adesso Google ragiona in modo superiore, con più intelligenza, capisce la rilevanza dei nostri testi, i sinonimi, le associazioni di termini e altro ancora.
Dobbiamo creare un testo rilevante e uno schema strutturato per ottenere contenuti ottimizzati in ottica seo semantico.
Questa struttura presa dal sito di samrush, in un articolo di Giulia Bezzi SEO specialist, che si occupa di SEO semantica applicata ai testi, spiega in modo molto chiaro come creare un testo che soddisfi totalmente l’esigenza dell’utente.
Bisogna prendere in considerazione elementi come:
Co-occorrenze e correlazioni: sono il numero di volte in cui due o più parole sono presenti contemporaneamente presenti nello stesso contesto. sono combinazioni di parole che accompagnano una parola chiave.
Ontologia laterale: la capacità di descrivere un oggetto senza mai nominarlo, cercando in sostanza di capire non solo la domanda esplicita, ma anche quella latente.
Polimesia: capacità di una parola di assumere più significati. nella lingua italiana e facile imbattersi in polimesia. ad esempio se dico Jaguar: mi riferisco all’animale o alla macchina? sarà il contesto a determinare la risposta.
Tutti questi dettagli, a prima vista possono sembrare banali, ma sono proprio questi elementi ha determinare il valore semantico dell’articolo. Il valore che darà Google sarà pertinente e rilevante per l’argomento trattato. Solo così sarà premiato con un buon posizionamento, anche se il contenuto, come dicevamo, è uno dei fattori a determinare un buon risultato in SERP, ma sicuramente un ottimo inizio.
Conclusione
Secondo il mio modesto parere questo gran parlare di SEO semantico, che negli ultimi anni sta contraddistinguendo, in particolare modo il motore di ricerca Google, è un indicazione per i SEO davvero importante.
L’azienda di Mountain View con questi aggiornamenti e inserimenti di algoritmi sempre più intelligenti, dà un serio segnale a tutti coloro che utilizzeranno pratiche “black hat SEO”.
Tutti coloro che faranno uso di tecniche scambio link o vendita di link, saranno, diversamente da oggi, penalizzati, e lo stesso fattore di link non sarà più un elemento determinante per il posizionamento di un sito web, ma si darà sempre di più importanza e valore a contenuti di qualità. Ma è ancora presto per tutto questo.